sabato 6 dicembre 2008


Le dimensioni del business assicurativo

Il comparto assicurativo che rappresenta, in Italia, una voce importante dell’economia viene misurato dall’incidenza dei premi raccolti sul totale del PIL (indice di penetrazione assicurativa). Esso supera il 10% negli Stati Uniti, mentre la media ponderata della UE25 è pari all’8,5%. Il divario è ancora più ampio nel settore danni. In questo comparto, il rapporto tra premi e PIL supera il 6% negli Stati Uniti, mentre la media della UE25 è inferiore al 3,5%. Escludendo l’assicurazione auto, che è obbligatoria ovunque, il rapporto è pari al 4,7% negli Stati Uniti, a fronte di una media del 2,2% nella UE25.
L’Italia è uno dei paesi europei in cui l’assicurazione è meno sviluppata. Lo è particolarmente nel settore danni: i premi danni al netto dell’auto sono pari all’1% del PIL, meno della metà rispetto alla media europea, circa un terzo rispetto a Germania e Regno Unito.
La situazione è più articolata nel ramo vita, comparto che ha registrato in Italia una forte crescita negli ultimi anni. A differenza di quanto si è spesso portati a ritenere, il ramo vita non prevede solo la copertura assicurativa in caso di morte dell’assicurato, ma riguarda un ampio spettro di strumenti e prodotti finanziari, in molti casi finalizzati al risparmio di lungo termine.
Oggi il mondo dell’assicurazione attraversa un periodo di grande crescita e di intensa trasformazione in tutti i principali paesi. Tale trasformazione è strettamente correlata alla continua evoluzione del concetto stesso di rischio – determinata dallo scenario di riferimento attuale – che interessa analogamente il mondo delle imprese e i privati cittadini, il settore privato e il settore pubblico. Nelle economie di mercato ogni decisione di natura economica è caratterizzata da una variabile di rischio. Il rischio è quindi una caratteristica imprescindibile e intrinseca agli sviluppi imprenditoriali, all’innovazione e alla crescita. Tuttavia si tratta di una variabile che può essere controllata, gestita o trasferita a terzi. Il settore assicurativo si è imposto grazie alla sua capacità di gestione e trasferimento del rischio, divenendo un partner per coloro che vogliono sviluppare la propria attività imprenditoriale, tutelarsi dal possibile verificarsi di eventi dannosi, garantirsi un ottimale sistema di welfare per il proprio futuro. In questa logica, il sistema assicurativo è sempre più spesso chiamato in causa ove l’istituzione singola – privata o pubblica – non è in grado di far fronte alle nuove dimensioni degli eventi rischiosi (legati ad esempio ai grandi danni, al terrorismo, alla sostenibilità nel lungo termine del modello di welfare, al sostegno delle piccole e medie imprese).
Queste riflessioni inducono pertanto a ritenere che il settore assicurativo, assieme ad altri soggetti privati e investitori istituzionali qualificati, potrà (o meglio dovrà) giocare in futuro un ruolo chiave nel supportare concretamente l’intervento dello Stato su vari fronti, mediante una collaborazione pubblico-privato che tuttavia in Italia ad oggi deve ancora affermarsi, ma che di fatto rappresenta una scelta obbligata.

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