mercoledì 3 dicembre 2008

Non è facile separare i contenuti sociali da quelli economici e finanziari dell’assicurazione. Certamente le ottiche possono essere diverse ma gli intimi legami che saldano gli uni agli altri ci suggeriscono di affrontarli congiuntamente. L’aspetto sociale delle assicurazioni è fin troppo ovvio. Ed è per questo motivo che il legislatore ha riservato una particolare attenzione al fatto assicurativo, sia a quello sulla vita sia a quello contro i danni. Si deve fare attenzione che l’obiettivo della sicurezza sociale è comune sia alle assicurazioni cosiddette “sociali” gestite dallo Stato o garantite dallo Stato, sia a quelle cosiddette “libere”, gestite dalle imprese assicuratrici che pure sono soggette al rigoroso controllo dello Stato. Per non confondere questioni che sono fondamentali lasciandosi fuorviare dalle etichette sarebbe più opportuno separare le assicurazioni in due grandi classi: quelle obbligatorie per legge e quelle non obbligatorie per legge. Le prime, facendo riferimento al settore previdenziale, sono quelle alle quali il cittadino che eserciti una attività lavorativa non può sottrarsi, o con riferimento alla Responsabilità Civile verso terzi quelle relative alla circolazione su strada con veicoli a motore. Le seconde sono quelle alle quali si aderisce per libera scelta personale.

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